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L’evoluzione delle attività economiche, il trasferimento delle conoscenze e delle competenze all’interno del mercato unico europeo, in assenza di strumenti terminologici che consentano di caratterizzare in modo univoco le molteplici attività professionali, pongono il problema della qualificazione e, prima ancora, della “riconoscibilità” delle professioni, del trasferimento delle competenze, della tutela dei lavoratori.

Le professioni non regolamentate, in realtà, sono state oggetto di studio e di normazione da parte di ISO, CEN e UNI , che hanno promosso numerose iniziative di qualificazione di attività professionali, con la definizione da parte di numerose Commissioni tecniche di un consistente pacchetto di norme UNI.


Inoltre,  l'UNI ha costituito nell'aprile 2011 la commissione tecnica "Attività professionali non regolamantate"  con lo scopo di definire terminologia, principi, caratteristiche e requisiti relativi alla qualificazione di attività professionali e/o professioni non regolamentate e non rientranti nelle competenze di altre commissioni tecniche ed Enti Federati.

Con la legge n. 4 del 14 gennaio 2013 “Disposizioni in materia di professioni non organizzate” l’attività di normazione UNI ha assunto ulteriore rilevanza.

 In particolare l’articolo 6 “Autoregolamentazione volontaria”, pur non rendendo obbligatorio la normativa UNI tuttavia definisce i principi  generali per l’esercizio autoregolamentato dell’attività professionale.

Così la conformità di cui all’articolo 9 “Certificazione di conformità a norme tecniche UNI” diventa un fattore determinante.

Potete trovare l'elenco delle norme UNI pubblicate, aggiornato al 31 marzo 2017, sul sito

  http://www.uni.com/index.php?option=com_content&view=article&id=1621&Itemid=2456

 

 

 

 

http://www.uni.com/index.php?option=com_content&view=article&id=1621&Itemid=2456